Karla ringrazia Roberta Lazzarini ed Elio Anastasi nel suo ultimo romanzo, e noi siamo davvero orgogliosi di essere amici di una così grande persona. Conosco bene Karla, le sue qualità e la sua onestà intellettuale. I suoi romanzi sono di una disarmante sincerità. Spaccati di vita sui quali lei sospende ogni giudizio, consentendo al lettore di dare la propria personale interpretazione. Le auguro tanta fortuna.
‘LA VIAGGIATRICE’
DI KARLA SUAREZ
(Guanda, pp. 351, 16,50 euro)
Si e’ dove si vive, accontentandosi e adeguandosi, o si e’ soltanto nel peregrinare, alla ricerca di un luogo che forse e’ soltanto una meta interiore che nessuna carta geografica rappresentera’ mai? Il quesito ha del filosofico, ma non e’ certo che ci sia una risposta. O, almeno, la scrittrice che tale questione affronta, non la offre. Eppure l’autrice, Karla Suarez, cubana trasferitasi in Italia e di qui a Parigi, un po’ stanziale e un po’ globetrotter, il quesito lo conosce bene. Verrebbe da dirsi che forse per questo non si da una risposta.
Nella fattispecie de La Viaggiatrice, la Suarez mette a confronto due donne dalle personalita contrapposte che sembrano una scissione di lei stessa. Le due donne, Lucia e Circe, nella descrizione appropriata e dettagliata che ne scaturisce dalla continua comparazione, diventano due archetipi, due tipologie femminili. L’autrice puo’ quindi chiedere loro una soluzione per poi concludere che in realta’ si e’ cosi’ come si e’ e non si puo cambiare, bisogna che ciascuno trovi il proprio equilibrio dentro di se’ e poi in armonia con il mondo. L I-Ching che viene interrogato di frequente in un certo periodo della loro vita, non fornisce risposte alle domande ma soltanto frasi da interpretare. Come a dire che il contesto in cui viviamo puo suggerire, indicare, ma la scelta (e dunque la responsabilita ) e’ sempre e soltanto soggettiva.
Ma e’ ben giocata la trovata di far entrare il lettore nel romanzo attraverso Lucia, salvo poi far conoscere questa protagonista attraverso i racconti che ne fa la sua amica, Circe, nel suo diario. Il gioco di rimbalzi (anche temporali tra il passato irrisolto e il presente in continua e sconosciuta evoluzione) e’ ben dosato e originale; ben si amalgama con il garbo e la sobrieta’ del tono narrativo. A discapito di un’effervescenza di cui qualche volta si avverte l’assenza.
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